La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

mercoledì 4 marzo 2015

L'HUFFINGTON POST - Autostrade, Raffaele Cantone chiede la revisione dello Sblocca Italia per le concessioni. "Serve una legge organica"




Cambiare lo Sblocca Italia sulle concessioni autostradali. La richiesta esplicita, anticipata nei giorni scorsi da una lettera al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, viene sottoposta alle commissioni parlamentari competenti della Camera dal presidente dell'Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone: stralciare l’articolo 5 del provvedimento, che prevede il prolungamento delle concessioni autostradali a fronte di nuove investimenti, e mettere in campo "una legge organica che riguardi solo le concessioni autostradali”.
Il magistrato ha detto che la norma “potrebbe essere in contrasto con quello che da tempo ci sta dicendo l’Unione europea sul fatto che le concessioni devono essere messe a gara pubblica“. Al contrario, lo Sblocca Italia prevede una proroga della concessione quasi automatica a favore degli attuali concessionari, per ottenere la quale è sufficiente chiedere l’accorpamento di più tratte o impegnarsi a fare investimenti comunque necessari. Così facendo, ha detto Cantone, “il meccanismo diventa un criterio di allungamento delle concessioni”. Una situazione che hanno alimentato le critiche al Governo su un regalo alle lobby autostradali, come Autostrade per l’Italia (gruppo Benetton), Gavio e Toto.
"Abbiamo evidenziato una serie di anomalie" ha spiegato Cantone, secondo cui "il passaggio alla Camera ha portato all'inserimento importante della necessità dell'intervento della Commissione europea", ma "la norma difficilmente, così com'è, potrà essere applicata senza un intervento normativo; non credo basti un intervento puramente amministrativo". Cantone si è soffermato su una "serie di problemi" derivanti dal "prolungamento delle concessioni" in relazione alla "modalità di valutazione degli investimenti e ai criteri che attengono alla determinazione delle tariffe". E al riguardo, anche in relazione al loro contenimento, ha fatto rilevare che la mancanza "in Italia di un sistema unitario" determina il rischio che "si mettono insieme concessioni che hanno sistemi diversi di valutazione delle tariffe" e questo "potrebbe finire per creare più problemi di quanti se ne volevano risolvere".
Nessuna polemica, invece, prosegue Cantone, con il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. "Questo intervento non aveva nessun effetto polemico e tantomeno io intendo come polemica la risposta del ministro Lupi al quale, invece, do atto di aver risposto in tempo reale, dando anche una chiave di lettura ai nostri rilievi che è quello davvero della funzione delle autorità indipendenti".
Le parole del numero uno dell'anti-corruzione incontrano i favori tanto nell'opposizione, quando nella maggioranza. "Condivido i rilievi espressi" spiega Ermete Realacci (Pd), presidente della Commissione Ambiente della Camera, sottolineando che "è necessario verificare se le ulteriori obiezioni sui rischi di violazione dei principi di concorrenza ed economicità oggi evidenziate dal presidente dell'Anac possano essere superate con atti amministrativi, o se l'articolo 5 sia un legno storto che va rimosso per affrontare in modo serio e trasparente la partita della concessioni autostradali e se quindi siano necessari nuovi interventi legislativi". Anche il capogruppo in Commissione del Pd, Enrico Borghi, chiede di "fare attente riflessioni" sulle affermazioni di Cantone, "con la speranza che analoga operazione venga compiuta anche in zona piazzale di Porta Pia", sede del Ministero delle Infrastrutture.
Sel segnala di aver già "denunciato il regalo del governo Renzi ai concessionari autostradali usando il trucco dell'unificazione delle tratte e degli investimenti per la realizzazione delle opere. Il Governo e la maggioranza non ci hanno ascoltato. Ora che anche il presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, pone il tema di rivedere la norma, il Governo che fa?" chiede Filiberto Zaratti, che suggerisce un correttivo già nel decreto Milleproroghe con la soppressione della norma. In una nota, i deputati del Movimento 5 Stelle sottolinea la conferma della propria critica al provvedimento nelle parole di Cantone: "Si fanno regali alle lobby autostradali - dicono Michele Dell'Orco, capogruppo M5S in Commissione Trasporti e Massimo De Rosa, vicepresidente della Commissione Ambiente - senza assicurarsi che partano dei piani di investimento per quanto riguarda il miglioramento del servizio. E a rimetterci sono sempre i cittadini, non solo economicamente, pagando più caro un servizio scadente, ma per la sicurezza stradale".
L'Aiscat commenta dicendo che "il cosiddetto Articolo 5 nasce da un'iniziativa del Governo volta a sollecitare nuovi investimenti altrimenti non bancabili, in presenza di incrementi tariffari contenuti e sostanzialmente in linea con l'inflazione, e in coerenza con quanto già avvenuto o sta avvenendo in altri paesi europei e nel pieno esclusivo rispetto del diritto europeo. Valuteremo comunque la versione finale del provvedimento e ci riserviamo se auditi di dare il nostro contributo ed esprimere il nostro parere".
Carlo Renda, L'Huffington Post 


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