La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 19 febbraio 2015

Triskel182 - 15/02/15 - Cantone bacchetta il Governo "Regalo miliardario alle autostrade"


Cantone bacchetta il governo “Regalo miliardario alle autostrade” (GIULIANO FOSCHINI E FABIO TONACCI).

Sblocca ItaliaUn regalo ai concessionari, l’ennesimo. Un danno agli utenti. C’è una partita da cinque miliardi di euro all’anno che si sta giocando in queste ore in Italia: la gestione delle autostrade. Una partita che ruota attorno a un articolo del decreto Sblocca Italia, il numero cinque, e che vede da una parte il Governo e dall’altra il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, il quale ha già scritto una lettera al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e domani sarà ascoltato in commissione Ambiente alla Camera. «Se non si cambia quella norma — sostiene Cantone — si rischia che vengano affidate concessioni senza alcun tipo di procedura ad evidenza pubblica, in violazione, tra l’altro, dei principi di concorrenza ed economicità ».
La storia, dunque. Grazie all’articolo 5 gli attuali concessionari (Benetton, Gavio, Toto oltre a una serie di enti locali pubblici e privati) potranno chiedere il rinnovo degli attuali permessi nel caso decidano di unificare la gestione di tratte interconnesse. «Il senso della norma — spiegano dall’Anticorruzione — è dare la possibilità di accorpare le concessioni, che al momento sono 25 e fruttano in media cinque miliardi netti all’anno, per favorire gli investimenti e una riduzione delle tariffe al casello». Nei fatti però si può arrivare al risultato opposto. «Accorpando le concessioni si prende come data di scadenza, chiaramente, quella più lontana. Se ce n’è una che si chiude nel 2015 e un’altra nel 2025, la scadenza viene portata automaticamente al 2025 per entrambe. Di fatto è una proroga mascherata». Dei 25 concessionari, almeno 9 hanno il contratto in scadenza (ad esempio quello del gruppo Gavio per la Torino-Milano finisce nel 2017), e per l’Autobrennero è addirittura già scaduto nel 2014. Lontano invece il termine per Autostrade per l’Italia, che da sola gestisce il 50 per cento dei chilometri in Italia: se ne riparla nel 2038.
Una posizione, quella di Cantone, che è condivisa dall’Unione europea e dal Garante della Concorrenza, Giovanni Pitruzzella, che alla Camera ha parlato di «un meccanismo di proroga implicita che elimina del tutto e potenzialmente per periodi significativi un essenziale fattore concorrenziale del settore ». Non esattamente un dettaglio, questo. L’attuale regime aiuta a tenere alti gli utili dei concessionari, come dimostrano i bilanci, e molto bassi i vantaggi per gli automobilisti visto che non si sono riscontrati sensibili abbassamenti nelle tariffe. Secondo Cantone non ce ne saranno nemmeno negli anni a venire. Perché nonostante lo Sblocca Italia punti all’obiettivo di raggiungere «prezzi e condizioni di accesso più favorevoli per gli utenti », il commissario Anticorruzione ha più di un dubbio su come andrà a finire questa storia. Oggi quella dei pedaggi è una vera giungla, le autostrade che hanno interesse ad accorparsi hanno tariffe diverse ed è complicato pensare che si adeguino al ribasso. «Dove sarà quindi il vantaggio per gli automobilisti?», si chiedono all’Authority. Senza bandire le gare, si rimane in condizioni di sostanziale monopolio.
Stesso discorso vale per gli investimenti. La nuova legge lega la possibilità di unificare, e dunque prorogare le concessioni, al «potenziamento e adeguamento strutturale, tecnologico e ambientale delle infrastrutture». Ma in realtà questo è previsto già nei contratti in vigore, dunque le società che vogliono ampliare le corsie di una tratta, ad esempio, ne hanno già facoltà. E hanno pure un altro vantaggio: se gli scade il contratto e non sono ancora rientrati dell’investimento, sarà chi subentra a saldare il conto. A Cantone, ha già risposto nei giorni scorsi il ministro Lupi, il quale difende le scelte del governo sostenendo che «le modifiche del rapporto concessorio sono subordinate alla realizzazione di investimenti, essenziali per la sicurezza e l’adeguamento tecnologico della rete, altrimenti privi di copertura finanziaria. Se non lo facessimo potremmo arrivare a un inasprimento delle tariffe». Ma all’Anticorruzione, che sta vagliando tutti i 25 contratti delle autostrade italiane, non ne sono convinti.
Da La Repubblica del 15/02/2015.
 
Tratto da: Triskel182.wordpress.com 
 

C'è di che riflettere leggendo questo post alla cui origine sta un articolo pubblicato su La Repubblica il15/02/15.

Basta sottolineare alcune parole chiave per smascherare l'oscuro meccanismo che governa la spinta delirante alla realizzazione della Valdastico Nord, legata a tutti gli effetti al rinnovo della concessione.

 DANNO AGLI UTENTI
AFFIDAMENTO CONCESSIONI SENZA ALCUN TIPO DI PROCEDURA PUBBLICA
VIOLAZIONE DEI PRINCIPI DI CONCORRENZA ED ECONOMICITA'
PROROGA MASCHERATA
CONDIZIONI DI SOSTANZIALE MONOPOLIO

Basta mettere insieme qualche tassello per ritornare all'UNICO, SOSTANZIALE INTERESSE DELLE SOCIETA' AUTOSTRADALI e, di contro, immaginare cosa ne può venire a noi, utenti che già ora paghiamo (cfr Regalo sotto l'albero - dal primo gennaio aumenti dei pedaggi in tutta Italia) ) e continueremo a farlo, fino a quando, a scadenza della concessione, la gestione passerà in mano allo Stato e sarà lo Stato stesso, quindi sempre e comunque noi, a dover sanare un debito insanabile ("se gli scade il contratto e non sono ancora rientrati dell’investimento, sarà chi subentra a saldare il conto")

Quella dell'articolo 5 dello Sblocca Italia sembra l'ennesima beffa abilmente mascherata dalle lobby autostradali che si appoggiano ai soliti politici compiacenti. Il testo infatti prevede "il prolungamento delle concessioni autostradali a fronte di nuovi investimenti". In realtà però le Società autostradali sono già autorizzate a farlo. Il meccanismo perverso sta nel fatto che, accorpando più tratte autostradali, e impegnandosi a fare investimenti comunque necessari, la nuova scadenza della concessione diverrebbe quella più lontana temporalmente per le tratte accorpate. Di fatto, quanto richiesto dalla UE, ossia indirre una gara pubblica per regolare le concessioni, potrebbe essere scansato beneficiando dello Sblocca Italia. Ecco perchè "monopolio".

Il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone ha sollevato un bel polverone evidenziando una serie di anomalie che possiamo ben tutti immaginare da dove abbiano origine.
Dal canto suo, il Ministro Lupi, come era da immaginarselo, se ne è uscito con la solita particina imparata ormai a memoria che non aggiunge nulla di nuovo a quelle fragili motivazioni che da sempre vengono utilizzate dalle lobby per convincere il popolo e chi obietta della bontà delle loro "pensate".
Sembra che l'Anticorruzione non ne sia molto convinta. 
Speriamo che ci possa aiutare a denunciare un sistema che deve finire.


Cosa dice l'Art. 5 SBLOCCA ITALIA
Norme in materia di concessioni autostradali
1. Nel rispetto dei principi dell'Unione europea, al fine di assicurare gli investimenti necessari per gli interventi di potenziamento, adeguamento strutturale, tecnologico e ambientale delle infrastrutture autostradali nazionali, nel rispetto dei parametri di sicurezza piu' avanzati prescritti da disposizioni dell'Unione europea, nonche' per assicurare un servizio reso sulla base di tariffe e condizioni di accesso piu' favorevoli per gli utenti, i concessionari di tratte autostradali nazionali, entro il 31 dicembre 2014, sottopongono al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti le modifiche del rapporto concessorio in essere finalizzate a procedure di aggiornamento o revisione anche mediante l'unificazione di tratte interconnesse, contigue ovvero tra loro complementari, ai fini della loro gestione unitaria. Entro la medesima data il concessionario sottopone al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti un nuovo piano economico-finanziario, corredato di idonee garanzie e di asseverazione da parte di soggetti autorizzati, per la stipulazione di un atto aggiuntivo o di apposita convenzione unitaria, che devono intervenire entro il 31 agosto 2015.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita per quanto di sua competenza l'Autorita' di regolazione dei trasporti, trasmette gli schemi di atto aggiuntivo o di convenzione e i relativi piani economico-finanziari, corredati dei pareri prescritti dalla normativa vigente, ivi compreso quello del Comitato interministeriale per la programmazione economica, alle Camere per il parere delle competenti Commissioni parlamentari, che si esprimono entro trenta giorni dalla trasmissione. Decorso tale termine, il procedimento puo' comunque avere corso. Le richieste di modifica di cui al presente articolo prevedono nuovi investimenti da parte dei concessionari, i quali sono comunque tenuti alla realizzazione degli investimenti gia' previsti nei vigenti atti di concessione.

2. Il piano deve assicurare l'equilibrio economico-finanziario, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nonche' la disponibilita' delle risorse necessarie per la realizzazione degli interventi infrastrutturali previsti nelle originarie concessioni e di quelli ulteriori per l'attuazione delle finalita' di cui al comma 1 e per il mantenimento di un regime tariffario piu' favorevole per l'utenza.
3. L'affidamento dei lavori, nonche' delle forniture e dei servizi, ulteriori rispetto a quelli previsti dalle vigenti convenzioni, avviene nel rispetto delle procedure di evidenza pubblica disciplinate dal codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Ai relativi affidamenti si applica l'articolo 11, comma 5, lettera f), della legge 23 dicembre 1992, n. 498, e successive modificazioni.
4. Al fine di accelerare l'iter relativo al riaffidamento delle concessioni autostradali A21 «Piacenza-Cremona-Brescia e diramazione per Fiorenzuola d'Arda (PC)» e A3 «Napoli-Pompei-Salerno» sono approvati gli schemi di convenzione, come modificati secondo le prescrizioni del Nucleo di consulenza per l'attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilita' (NARS) rese con i pareri nn. 6 e 7 del 7 agosto 2014 da considerarsi parte integrante della Convenzione, e i relativi piani economico-finanziari gia' trasmessi al CIPE.
4-bis. L'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo e' subordinata al rilascio del preventivo assenso da parte dei competenti organi dell'Unione europea.
4-ter. Gli introiti pubblici derivanti da canoni di concessioni autostradali provenienti dall'applicazione del comma 1 sono destinati, secondo le modalita' stabilite con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le Commissioni parlamentari competenti per materia, a interventi di manutenzione della rete stradale affidata in gestione alla societa' ANAS Spa, nonche' ad alimentare il Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, di cui all'articolo 16-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e successive modificazioni, e, per finalita' di investimenti e compensazioni ambientali, il Fondo nazionale per la montagna, di cui all'articolo 2 della legge 31 gennaio 1994, n. 97, e successive modificazioni.



 

Nessun commento:

Posta un commento