La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 12 gennaio 2015

C'E' CHI DICE NO.... (con coerenza, buonsenso e lungimiranza)


COMUNICATO nr. 41 del 09/01/15 18.13
No a decisioni unilaterali del governo
VALDASTICO, LA PROVINCIA RIBADISCE: "SERVE L’INTESA”

  
“Siamo stati e continuiamo ad essere contrari alla realizzazione della Valdastico Nord”: questa la risposta del presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e dell’assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi dopo aver appreso che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha avviato la procedura per far approvare con un decreto del Presidente della Repubblica il progetto della Valdastico, scavalcando quindi il parere negativo trentino. “Siamo contrari all’opera – hanno aggiunto Rossi e Gilmozzi – perché, come abbiamo spiegato più volte, crediamo che l’idea stessa della Valdastico sia superata, non fosse altro perché non coerente con le direttive europee ed anche con il forte investimento che si sta facendo sul trasporto ferroviario, proprio in collaborazione con lo Stato ma anche con l’Unione Europea e l’Austria. L'iniziativa del ministro Lupi appare come una forzatura alla quale non potremo che rispondere con i necessari ricorsi per salvaguardare le nostre prerogative”.
Il tema era stato recentemente affrontato anche in una riunione del CIPE che si è tenuta lo scorso 10 novembre. Anche in quella occasione il Trentino aveva ribadito la sua posizione. Alla base del dissenso vi sono obiezioni di merito e di carattere giuridico. Una nutrita giurisprudenza della Corte Costituzionale e gli stessi pareri istruttori del CIPE sottolineano la necessità di un’intesa preventiva sulla fattibilità dell’opera tra lo Stato e la Provincia autonoma di Trento. “Non si tratta quindi – aggiunge Gilmozzi – di decidere assieme "come" fare l’opera ma "se" farla”. Per il Trentino, questa la posizione ribadita anche oggi dal presidente Ugo Rossi, si tratta di un’opera non proponibile nella sostanza ma anche nel metodo, unilaterale, adottato dal rappresentante del Governo. "La necessità dell'intesa - ribadisce il presidente Rossi - è stata più volte acclarata dalla Corte Costituzionale e dagli stessi pareri del CIPE. E questa intesa non può prescindere da un'oggettiva valutazione delle funzioni, dei costi, delle opportunità, che l’infrastruttura comporta, comprese le pesanti conseguenze che provocherebbe in Trentino a livello ambientale".
“E’ escluso quindi – aggiungono Rossi e Gilmozzi - che la questione si possa risolvere con un approccio unilaterale che è, di fatto, una forzatura contro la quale il Trentino non potrà che difendersi, anche in sede giurisdizionale". .
“Nel frattempo – conclude l’assessore Gilmozzi – del caso abbiamo parlato con il senatore Giorgio Tonini e stessa cosa stiamo facendo con gli altri parlamentari. Oltretutto faccio presente che anche da un punto di vista strettamente tecnico la proposta progettuale che il Governo intende sostenere, anche scavalcando le nostre prerogative, non è adeguata”.

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