Leggiamo sul Giornale di Vicenza del 15 ottobre un articolo che, nel sottotitolo dice:
«Il territorio rurale è in pericolo - Colpa dello sviluppo urbanistico»
Quali le cause? “Tra le principali cause i progetti di sviluppo urbanistico sovracomunali a regia provinciale e regionale, i progetti di sviluppo dei Comuni delle cinture urbane, la diffusione dei digestori alimentati da biomasse coltivate che sottraggono superficie agricola destinata all´alimentazione. … Non sono più accettabili le deroghe che consentono il superamento delle soglie di superficie agricola utilizzata trasformabile.”.
Quindi la situazione è chiara: nel Veneto si perdono 41.000 ettari, di questi ben 20.000 si perdono nel vicentino che, quindi, è la provincia più sciupona: tutto il Veneto e in particolare la provincia di Vicenza devono cambiare politica territoriale.
Forse a qualche amministratore dovrebbero fischiare le orecchie, ma comunque l'importante è imboccare la strada giusta senza minimizzare il problema.
E invece?
Sentiamo il massimo responsabile della Provincia di Vicenza il dott. Schneck.
“ Ma non è la Provincia a decidere...” (Evidentemente la massima perdita di superficie agricola Vicenza è colpa della Regione)
“ Nessuno, insomma, oggi può pensare di trasformare terreni agricoli”
Nessuno?
Che ne dice la Provincia della costruzione
dell'autostrada Valdastico nord
che distrugge un milione di mq di superficie
agricola?
Che ne dice la Provincia della costruzione dei
campi da golf a Sarcedo che comporterà la perdita di 650.000 mq di superficie
agricola?
Che ne dice la Provincia dell'assurda
progettazione della Strada Pedemontana veneta, che sta distruggendo i suoli
agricoli pedemontani per costruire doppioni e tutto pur di costruire strade
dove qualcuno ci chiederà un pedaggio, mentre fino ad oggi da Thiene a Bassano
andavamo gratis?
Ma forse è meglio leggere l'articolo in forma integrale e vedere se è vero che......
“Nessuno, insomma, oggi può pensare di trasformare terreni agricoli”.
Persi 20 mila ettari di prati in 10 anni
L'ALLARME. Secondo i dati della Coldiretti la
provincia di Vicenza risulta la “maglia nera” del Veneto per
l'edificazione di superficie agricola. «Il territorio rurale è in
pericolo Colpa dello sviluppo urbanistico» Schneck: «Con la
perequazione ci sono già gli strumenti di tutela»
15/10/2013
“Là dove c'era l'erba, ora c'è una città”. Lo cantava negli Anni Sessanta il Celentano nazionale. E oggi il ritornello non è cambiato per la Coldiretti che analizza l'andamento dell'urbanizzazione nel primo decennio degli Anni Duemila. «I numeri sulla disponibililà di superficie agricola nel Vicentino fanno rabbrividire: dal 2000 al 2010 il territorio berico ha perso quasi 20 mila ettari. È a rischio la tenuta del territorio rurale». La denuncia è del presidente provinciale Coldiretti, Martino Cerantola. Conferma il commissario provinciale, Attilio Schneck: «Una volta un capannone non si negava a nessuno. Ora lo scempio è fatto. Per fortuna gli strumenti urbanistici oggi recepiscono questo bisogno di tutela, dalla Regione a cascata, fino ai Comuni».Analizzando gli ultimi due censimenti (2000 e 2010), la provincia di Vicenza ha perso ben 19.642 ettari: 3.313 a seminativi e 16.290 a prati permanenti e pascoli. Spiegano da Coldiretti: «A livello regionale, si perdono 41.304 ettari, con un bilancio positivo soltanto per le province di Padova (+2.830 ettari) e Rovigo (+3.912 ettari). E ancora. Secondo le stime di una recente indagine dell'Istituto nazionale di economia agraria (Inea), la perdita di aree agricole è così suddivisa: per il 32% in montagna per i processi di forestazione e per il 50% in pianura per i processi di urbanizzazione. Commenta Cerantola: «La situazione è grave. È a rischio la tenuta del territorio rurale. Tra le principali cause i progetti di sviluppo urbanistico sovracomunali a regia provinciale e regionale, i progetti di sviluppo dei Comuni delle cinture urbane, la diffusione dei digestori alimentati da biomasse coltivate che sottraggono superficie agricola destinata all'alimentazione. Tutto ciò obbliga ad un indirizzo più mirato delle politiche del territorio, urbanistiche ed agricole. Non sono più accettabili le deroghe che consentono il superamento delle soglie di superficie agricola utilizzata trasformabile. Abbiamo vinto alcune battaglie, come il divieto di disporre pannelli fotovoltaici a terra, ma la strada è lunga».
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