La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

martedì 10 settembre 2013

RIFLESSIONI: Autostrada e Traffico Urbano



Traffico in valle, curve a gomito, tratti a 50 km/h. Il traffico nella valle dell'Astico snerva le persone e qualcuno sbotta:
Facciamola questa autostrada!”
(Così risolviamo d'un botto tutti problemi che ci affliggono - sottinteso: si porta sviluppo, il traffico diventa scorrevole, niente code, …).

L'autostrada risolve il problema del traffico?
NO
Come abbiamo già detto, in valle abbiamo problemi di viabilità ordinaria e questi problemi non si risolvono costruendo autostrade a pagamento. (Forse è il caso di pensarci su prima che si sia costretti a respirare un'aria meno pulita scoprendo con stupore che le code ci saranno ancora!!! (n.d.r. comunque, dopo il 2025))

Vi spieghiamo perchè

In primo luogo l'autostrada  porterà in valle 17.000 auto nuove al giorno (lì sono i principali incassi previsti). Gli autisti manco vedranno la valle dell'Astico, impegnati a guidare dentro e fuori, da un tunnel all’altro.

In secondo luogo, l'autostrada è progettata e concepita  per agevolare i viaggi a media/ lunga percorrenza: troverà sicuramente beneficio chi da Arsiero deve andare a Bologna o Bolzano, ma chi deve andare a Thiene o Zané, o da Thiene, Padova a Folgaria o a Lavarone, di vantaggi ne avrà ben pochi e continuerà ad usufruire della viabilità ordinaria.


L'esperienza insegna.....

A Vicenza esistono due caselli autostradali (VI est e VI ovest) aperti dal lontano 1962, però per anni Vicenza è stata assalita dal traffico. Come mai macchine e camion si ostinavano a mettersi in coda davanti a un vigile (negli anni 60), a un semaforo (negli anni (70), a una rotonda (negli anni 90) invece che prendere l'autostrada a Vicenza Est e uscire a Vicenza ovest?
Eppure, per 42 anni è andata avanti in questo modo tra bestemmie, frenate e puzzo di olio bruciato.
Poi, nel 2004 hanno aperto la tangenziale sud e improvvisamente una parte del traffico è filato via liscio come l'olio. La cosa sorprendente è che la tangenziale sud è esattamente parallela all'autostrada (passa anzi per il tunnel abbandonato della vecchia autostrada).

Insomma, per 42 anni l'autostrada non ha risolto il traffico di Vicenza, la tangenziale sud l'ha risolto, perché?

1 la strada è GRATUITA
2 ti permette di uscire a fermate intermedie

(Lo stesso ragionamento si può fare su Verona e Padova, ognuna con 2 caselli: a est e a ovest, tutte con le loro tangenziali.)

Torniamo alla nostra autostrada Valdastico nord

Costruiamo la nostra autostrada e scopriamo che: 
per andare in zona industriale a Cogollo-S. Agata dobbiamo entrare al casello di Piovene,  andare fino ad Arsiero/Velo e poi tornare indietro passando per  Cogollo.
Non è un grande vantaggio (neppure per gli abitanti di Cogollo).

Oppure, per andare da Arsiero a Zanè dobbiamo uscire al casello di Thiene e tornare indietro, in alternativa uscire al casello di Piovene e poi andare a Zané (attraversando comunque Piovene).

Nel 2028 scopriremo che l'autostrada ha aggravato il problema del rumore, dell'inquinamento, ha tolto il posto di lavoro a un po' di contadini, ha azzerato le possibilità di sviluppo turistico della valle, ma ha lasciato insoluti i problemi di traffico.

Allora torneremo a chiedere “bretella subito!!!”, però allora sarà troppo tardi.
A Vicenza lo spazio per fare una bretella parallela all'autostrada c'era, in valle no: ci terremo l'autostrada e rinunceremo alla bretella.

Avremo accontentato qualcuno e ancora una volta ci domanderemo: come hanno fatto a fregarci?

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