La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

giovedì 29 agosto 2013

22 agosto 2013 Sopralluogo sui cantieri della Pedemontana con Don Albino Bizzotto e on. Andrea Zanoni

Incontro presso la torre e la cappella di S. Barbara a Sarcedo ai confini con il territorio di Montecchio Precalcino, luogo simbolo del paesaggio dell'alta pianura vicentina, costeggiato da una roggia e da opere di presa abbandonate.
Qui la profonda modifica del paesaggio pedemontano può essere apprezzata meglio, caratterizzata da una profonda incisione sul terreno predisposta all'asfaltatura e l'accumulo di enormi montagne di ghiaia fuori scala rispetto a qualunque altra cosa presente nel paesaggio: alberi secolari, caseggiati, perfino la torre di S. Barbara sembrano piccoli.

Al''ombra della torre è arrivato don Bizzotto, all'ottavo giorno di digiuno, deciso a portare il suo sacrificio contro lo scempio di territorio ovunque la gente si muova con le stesse sue intenzioni.
E' rimasto stupito dal clamore del suo gesto, molte persone l'hanno contattato, altri sono andati a trovarlo, più persone che istituzioni, più cittadini che amministratori.
Ma al settimo giorno del suo digiuno l'assenza degli amministratori del territorio (i primi a essere chiamati in causa dalla protesta di don Albino) è finita:
la Sindaco di Marano Vicentino sig.ra Piera Moro, già passata nei giorni precedenti a esprimermi la sua partecipazione, mi ha comunicato una decisione che non si ferma alla solidarietà alla mia persona, ma è rivolta ai problemi ambientali a livello territoriale. La sua idea è continuare l’iniziativa da me intrapresa, digiunando per 10 giorni, assieme all’intera Giunta Comunale”.(http://www.beati.org/ vedi anche http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/22-agosto-2013/giunta-comunale-don-bizzotto-pronti-sostituirlo-digiuno-2222720202855.shtml)
Don Albino ha apprezzato tale impegno e ne ha parlato in termini entusiastici, proponendo che la staffetta del digiuno possa contagiare altri volontari.
Era presente l'europarlamentare on. Andrea Zanoni che ha parlato a lungo dei problemi del territorio veneto e delle iniziative legislative dell'Europa.
Il prof. Tamino ha spiegato che il terreno agricolo mondiale è sufficiente per nutrire 7 miliardi di persone, ma se continuiamo a distruggerlo e a fare scelte non sostenibili, tale assunto non sarà più vero: oggi i campi vengono coltivati non per produrre cibo per le persone, ma per gli animali che ciberanno le persone e questo comporta una resa pari al 10% cioè serve una superficie dieci volte maggiore per nutrire un animale che sfamerà una persona. Se a queste scelte sconsiderate aggiungiamo che oggi la terra è coltivata per nutrire le macchine (biodiesel) allora non ci sono speranze senza un'inversione di rotta.
La video intervista è continuata e la parola è passata da uno all'altro, era presente Italia Nostra di Vicenza che ha deciso che non può più occuparsi dei singoli monumenti trascurando le profonde modifiche al paesaggio che stanno intervenendo.
Ha parlato l'arch. Follesa che ben conosce il progetto della Strada Pedemontana per averne messo in luce gli aspetti di illegittimità e di illogicità.
Hanno parlato i vari comitati contro la Pedemontana che venivano da Breganze, Montecchio, Maggiore, Montecchio Precalcino, ecc.
Ha parlato anche il Comitato NO Valdastico Nord che ha consegnato una lettera a Don Albino.
La più originale è stata Irma, che ha consegnato a don Bizzotto un infuso di sambuco confezionato con i frutti e l'acqua della val di Posina, il tutto accompagnato da un suo scritto.
La visita ai cantieri ha mostrato quanto profonde e vaste siano le trasformazioni portate dai cantieri. Per uno spazio larghissimo le attività agricole sono cessate, interrotte da scavi, deviazioni dell'alveo del torrente, opere in c.a. mastodontiche, strade di cantiere, ecc.
Ha stupito che, di fronte alla vastità dei cantieri in tutto il pomeriggio abbiamo incontrato solo 4 addetti e decine di macchinari (pochi anche considerando il periodo). I cantieri moderni comportano trasformazioni territoriali profonde, ma a fronte di questo, occupano meno manodopera che in una fabbrica artigiana. Fino ad oggi i posti di lavoro certi sono quelli che si sono persi nell'agricoltura, quelli con l'impiego temporaneo di manodopera nei cantieri sono molti di meno, nonostante Zaia abbia parlato di 2000 operai nella costruzione della Pedemontana, prendendo evidentemente un granchio colossale.

Qui sotto le foto del sopralluogo 

























 

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