La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

lunedì 8 luglio 2013

Rassegna stampa sulla questione Valdastico Sud tra rifiuti tossici nascosti e indagati....

Crediamo sia doveroso amplificare la pubblicità allo scandalo che sta riguardando il tratto in costruzione della Valdastico Sud.
Imprenditori che "cadono dal mondo delle nuvole", il presidente della Brescia-Padova che, come struzzo, nasconde la testa sotto la sabbia (se provassero i sedimenti della nuova arteria...), dichiarandosi  estraneo ai fatti. "Io non ne so nulla"??!!
Chi ci crede ormai?!
I km della Valdastico Nord sarebbero 39.3 di cui 28.9 in galleria. Oltre ai possibili danni ambientali derivanti da intercettazioni delle molteplici sorgenti, cosa riuscirebbero a nascondere i "grandi" ai nostri occhi?!
Leggiamo, vegliamo, facciamo sentire loro il fiato sul collo della gente perbene che nulla di più vuole se non il rispetto delle leggi e del bene comune....

Dal Corriere del Veneto:
06/07/13

AUTOSTRADA

Rifiuti sotto la Valdastico Sud
Tra i 27 indagati c'è anche Schneck

Le accuse: falso ideologico e traffico illegale in forma organizzata. Spuntano i nomi della Mestrinaro, della Beltrame e di molti imprenditori di Treviso e Vicenza

VICENZA — Falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata. Sono questi i reati che la Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha attribuito, a diverso titolo, a 27 persone nell’ambito dell’inchiesta sulla presenza di materiali non inertizzati (rifiuti di acciaieria molto inquinanti) interrati sotto al manto autostradale dell’autostrada A31, Valdastico sud. Indagato, tra gli altri, Attilio Schneck, coinvolto nell’inchiesta in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione, all’epoca dei fatti, della Brescia-Padova. Oggi invece Schneck è presidente della A4 holding, società che controlla la Serenissima. Raggiunto da avviso di garanzia anche Flavio Orlandi, veronese, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione, nonchè amministratore delegato della Spa Serenissima Costruzioni. Coinvolti anche Valeria Caltana, trevigiana di Quinto di Treviso, presidente del consiglio di Amministrazione nonchè amministratore delegato della Mestrinaro spa di Zero Branco, e Antonio Beltrame, vicentino presidente del Cda e amministratore delegato della società Acciaierie Beltrame spa di Vicenza. Le altre persone coinvolte nell’inchiesta sono tutte titolari o responsabili del comparto tecnico relativo alle ditte che gestivano lavori, progetti, analisi dell’autostrada A31, parte sud.
Il reato, «traffico illegale di rifiuti in forma organizzata», prevede l’esistenza di un «articolato apparato organizzativo finalizzato all’aggiramento delle prescrizioni e quindi ai relativi costi connessi alla gestione dei rifiuti con conseguente profitto per tutti i soggetti coinvolti». La pena prevista per questo illecito può andare da uno a sei anni di carcere. L’avviso di garanzia agli indagati è arrivato il tre luglio scorso, con una notifica, da parte della Distrettuale antimafia dell’atto relativo ad «ad accertamenti tecnici non ripetibili». Le porzioni autostradali sottoposte ad analisi sono i lotti 4, 5 e 6. Ovvero il Montegaldella- Albettone, lo Svincolo Albettone-Barbarano, e il viadotto Bisatto nei comuni di Albettone e Agugliaro. Il magistrato ha rilevato che «a seguito dell’incarico conferito in forma collegiale ai professionisti sottoindicati ( Paolo Rabitti e Gian Paolo Sommaruga, ndr) sono emersi elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata congiuntamente da AIEA (associazione italiana esposti amianto) e da Medicina Democratica Onlus Vicenza, sicché si rende necessario esperire una consulenza tecnica di natura irripetibile limitatamente ai lotto in cui è stata suddivisa la costruzione dell’autostrada A31, tronco Vicenza-Rovigo». L’inchiesta partì nel 2011 proprio su iniziativa di AIEA e Medicina democratica, che scrisse un esposto inizialmente spedito alla procura di Brescia, che già indagava su un’inchiesta gemella di «seppellimento» di materiale non inertizzato (acciai non trattati secondo le norme) sotto la superstrada Brescia- Bergamo-Milano. La procura bresciana, in un momento successivo, ha deciso di inviare i fascicoli ai colleghi dell’antimafia veneziana consegnando le carte alla pm Rita Ugolini.
Sul tavolo del magistrato anche le foto dei mezzi che spalmano il materiale sul manto stradale. Scatti che l’avvocato vicentino Edoardo Bortolotto ha allegato all’esposto presentato dall’associazione Medicina democratica e dall’Associazione italiana esposti amianto. Il problema sollevato dalle associazioni è principalmente quello dell’inquinamento della falde sottostanti i comuni tagliati dalla grande opera. Inquinamento aggravato nei periodi di pioggia intensa, riscontrato in più di un’occasione dai residenti e che può avere, in un arco di tempo relativamente lungo della vita umana, effetti altamente nocivi. «In questo esposto avevamo riposto la volontà di evidenziare il modo illecito di costruire. Noi non siamo contro le infrastrutture - evidenzia Maria Grazia Rodeghiero, responsabile delle due associazioni - ma contro l’illegalità». «Ora si scopre che le denunce hanno una reale consistenza e la giustizia procederà per accertare la verità - continua la portavoce, precisando che - le due associazioni hanno fatto da catalizzatore degli umori locali». Tutto era cominciato da un cittadino di Albettone, una delle località in cui passerà la Valdastico Sud. Il suo cane aveva bevuto da una pozza non lontana da un cantiere ed è morto quasi subito per una perforazione all’intestino dovuta all’elevata acidità dell’acqua dei canali. Così ha deciso di fotografare il traffico sospetto di camion e ha immortalato con alcuni scatti i mezzi della Serenissima Costruzioni e del gruppo Locatelli mentre spianano scarti di lavorazione industriale in mezzo ai campi. Tutto allegato poi nell’esposto presentato in procura, che ora ha fatto partire le informazioni di garanzia nei confronti di ventisette persone.
Roberta Polese Benedetta Centin

07/07/13

L'INCHIESTA

Scorie, una nuova inchiesta su Locatelli

Autostrada Valdastico: indagato insieme ad altri quattro bergamaschi La moglie Anche Orietta Rocca Pace è tra le 27 persone sotto indagine della Distrettuale antimafia Il caso del cane L'esposto dopo che l'animale ha bevuto l'acqua vicino al cantiere ed è morto

Nuova inchiesta sulla Locatelli di GrumelloNuova inchiesta sulla Locatelli di Grumello
Prima la tangenziale di Orzivecchi, poi la Brebemi e ora la Valdastico Sud, il tronco di autostrada Vicenza-Rovigo. Strade. Il costruttore Pierluca Locatelli, 54 anni, casa a Grumello del Monte, il grande accusatore degli intrecci tra affari e politica, è indagato anche in un'inchiesta della Procura Distrettuale antimafia di Venezia. Ventisette le persone sotto indagine. L'ipotesi è che dal 2009, in tre lotti, siano state versate scorie di acciaieria provenienti, tra l'altro, dall'impianto Biancinella di Calcinate, del gruppo Locatelli. L'imprenditore non è il solo bergamasco sotto indagine. Lo sono anche la moglie Orietta Rocca Pace, 42 anni, all'epoca dei fatti legale rappresentante della «Trasporti geom. Locatelli srl», società in liquidazione, e Andrea Fusco, 40 anni, già legale rappresentante della «Locatelli geom. Gabriele spa», anche questa in liquidazione. Si aggiungono altri due indagati di Bergamo: Valentino Saugher, 45 anni, di Scanzorosciate, in qualità di legale rappresentante del «Centro ricerche ambientali srl» di Erbusco (Brescia); Alberto Chiari, 54 anni, di Torre Boldone, legale rappresentante della «Geotestitalia» con sede a Pedrengo.
L'ipotesi di reato è traffico illecito di rifiuti.
La procura ha spedito gli avvisi di garanzia come atto dovuto, per permettere agl
i indagati di nominare un loro consulente. Il pubblico ministero, infatti, ha disposto degli accertamenti tecnici irripetibili per verificare che cosa c'è sotto l'autostrada A31. Gli indagati hanno il diritto di partecipare, nominando dei loro consulenti. In 18 chilometri che separano Longare da Agugliaro, sarebbero stati messi 155.863 metri cubi di materiale che non è stato «pulito», cioè scorie che non hanno subito il trattamento inertizzante necessario perché possano essere utilizzate come materiale di riempimento.
L'indagine parte nel 2011 dalla denuncia presentata congiuntamente da AIEA (Associazione italiana esposti amianto) e da Medicina Democratica Onlus di Vicenza. La vicenda affonda le radici in una segnalazione di tempo prima di un cittadino di Albettone, una delle località per cui passerà la Valdastico Sud. Il suo cane beve da una pozza non lontana dal cantiere e muore per una perforazione all'intestino dovuta all'acidità dei canali. Da qui le foto ad alcuni camion con il materiale inerte. Le due associazioni presentano la denuncia alla Procura di Brescia, che sta già indagando sull'inchiesta fotocopia relativa all'autostrada Brescia-Bergamo- Milano, la Brebemi, appunto. La procura bresciana ha poi mandato le carte al pm dell'antimafia veneziana, Rita Ugolini. Che vuole vederci chiaro. Già all'inizio del 2012 aveva incaricato i consulenti tecnici Paolo Rabitti e Gian Paolo Sommaruga di svolgere alcuni carotaggi. E ora «a seguito dell'incarico conferito in forma collegiale ai professionisti sono emersi elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata da AIEA e Medicina Democratica», indicano gli atti, «si rende necessario esperire una consulenza tecnica di natura irripetibile».
Quindi gli avvisi agli indagati, che possono partecipare. Tra loro compare anche Attilio Schneck, ex presidente della Brescia-Padova spa, committente dell'opera per conto di Anas, la concessionaria era la Serenissima Costruzioni.
Ai difensori di Locatelli, Roberto Bruni e Marina Zalin, non risulta ancora nessun avviso di garanzia. Una questione di notifiche in corso, probabilmente. Salgono così a cinque le inchieste in cui l'imprenditore è coinvolto. Per due, la tangenziale di Orzivecchi e la Brebemi, è stata notificata la conclusione delle indagini. Altre tre restano ancora aperte. La presunta tangente di 100 mila euro all'allora vice presidente del consiglio regionale della Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, per oliare l'autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona). L'ipotesi di scorie di cromo nel cantiere del polo scolastico di Treviolo (indagato anche Fusco). E, ancora, la presunta mazzetta data all'ex assessore comunale Marcello Moro per chiudere il contenzioso di Palafrizzoni con la Baldassini-Tognozzi, per i lavori di Sant'Agostino.
(modifica il 8 luglio 2013)
 

08/07/13

AUTOSTRADA

Oltre 60 «piscine» di rifiuti
nascoste sotto la Valdastico sud

Dalle carte della Dda di Venezia emerge che lungo l'A31, da Longare ad Agugliaro, sarebbero stati sversati 155mila metri cubi di scorie, pari al volume di 62 vasche olimpiche

VICENZA — E’ come se nei 18 chilometri di autostrada che separano Longare da Agugliaro, si nascondessero nel sottosuolo oltre 62 vasche olimpiche di rifiuti potenzialmente nocivi. Facendo un rapido conto è questo quello che emerge dalle carte dell’inchiesta della Distrettuale antimafia di Venezia, che ha messo sotto la lente tre lotti della Valdastico Sud, appunto tra Longare e Agugliaro: dal 2009 sarebbero infatti stati sversati al di sotto del fondo stradale 155.836 metri cubi di scorie di acciaieria non bonificati e quindi potenzialmente nocivi. Un’inchiesta che vede 27 indagati, tra cui anche Attilio Schneck ex presidente della Brescia-Padova spa, che cade dalle nuvole: «Indagato io? Io non ho fatto proprio nulla, la Brescia-Padova Spa era committente dell’opera per conto di Anas, la concessionaria era Serenissima Costruzioni, ed erano loro a fare gli appalti».
Schneck, attuale presidente della A4 holding, non sembra affatto preoccupato per l’inchiesta Distrettuale antimafia di Venezia. L’ipotesi di reato per cui si procede è falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata: il sospetto è che qualcuno abbia risparmiato sul trattamento dei materiali da porre nel fondo autostradale, spalmando materiale altamente inquinante invece di ghiaia inerte. L’inchiesta è giunta a metà strada: già all’inizio del 2012 il pm aveva nominato dei consulenti tecnici, che avevano fatto carotaggi per analizzare lo strato di materiali di cui è composto quel nuovo tratto di autostrada. Stando a quanto dice il dispositivo della procura, che porta la data del 3 luglio scorso, quelle prime analisi avrebbero «fatto ritenere fondata la denuncia presentata da Aiea e Medicina democratica (nelle persone di Maria Chiara Rodeghiero e l’avvocato Edoardo Bortolotto ndr), rendendo quindi necessaria una nuova consulenza tecnica nell’autostrada», motivo per cui il pm, come atto dovuto, ha iscritto nel registro degli indagati i titolari d’impresa e tecnici che hanno lavorato in quel tratto di autostrada, in modo da consentire a tutti di nominare un personale perito che assisterà alle nuove analisi. Schneck dice di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia in merito, eppure nel dispositivo del pm si legge che il suo avvocato d’ufficio è già stato nominato e si tratta di Lorenza Gambaro del foro di Venezia. «Sono stupito, ma d’altro canto qualsiasi cosa sia accaduta sotto quell’autostrada non sono certo io il responsabile, dei nomi che ho visto sul giornale conosco solo qualche azienda, di certo la Brescia-Padova non c’entra nulla, lo diremo nelle sedi opportune».
Coinvolti nell’indagine, insieme a una piccola galassia di piccole imprese venete, bresciane e emiliane, anche l’acciaieria Beltrame di Vicenza e la ditta di movimento terra Mestrinaro, di Zero Branco (Treviso). Indagato, sempre per falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata, anche Flavio Orlandi, 62enne veronese che aveva ricoperto il ruolo di presidente del Cda della Serenissima Costruzioni spa, affidataria per la realizzazione dell’autostrada. Anche Orlandi ha scoperto di essere indagato leggendo il Corriere del Veneto di ieri: «Avevamo saputo dell’apertura dell’indagine alla fine del 2011, e avevamo dato piena disponibilità al magistrato per quanto riguarda carotaggi e analisi - spiega - per qualche mese non ne abbiamo saputo più nulla, e ora emerge questo nuovo dato che leggo sui giornali - spiega - verificherò con gli avvocati (Luigi Biondaro e Francesco Delaini entrambi del foro di Verona) le nuove indagini e le nomine che conferirà il magistrato». Come Schneck anche Orlandi dice di non conoscere tutti i nomi e le aziende coinvolte nell’inchiesta. Il caso della «Serenissima dei veleni», o «Serenissima discarica» era scoppiato, anche sulla stampa nazionale, quando la procura di Brescia, che indagava su un caso simile di interramento rifiuti della Bre-Be-Mi, inviò l’esposto di Aiea e Medicina democratica alla procura antimafia di Venezia per competenza. Ad accomunare le due inchieste è la ditta bergamasca Locatelli: Pierluca Locatelli, (uno dei 27 indagati dal pm veneziano Ugolini per la Valdastico sud) era finito nella bufera per aver pagato una tangente a Franco Cristiano Nicoli, ex vicepresidente della regione Lombardia che nell’ambito di quell’indagine finì in carcere.
Roberta Polese
 Link_Corriere_del_Veneto_080713

Da Il Giornale di Vicenza
07/07/13
 (n.d.r. poche righe, ma ci sono...)

Valdastico sud, 27 avvisi di garanzia
per il sottofondo dell'autostrada

L'ipotesi di reato è falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata
06/07/2013
Zoom Foto
VICENZA. La Direzione distrettuale antimafia di Venezia ha inviato 27 avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta presenza di materiali inquinanti non inertizzati che potrebbero essere stati utilizzati come fondo nella costruzione della Valdastico sud. Gli avvisi non sarebbero ancora arrivati a molti degli indagati, ma l'inchiesta - come riportato in passato dal giornale - è in corso. Le ipotesi di reato sono falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata.
L'atto da parte della Dia era dovuto in quanto, per verificare l'eventuale presenza di rifiuti non inertizzati, si renderà necessario un esame tecnico irripetibile, un carotaggio del fondo autostradale che poi sarà analizzato. Di conseguenza gli indagati devono potersi tutelare nominando eventualmente dei periti di parte. Tra gli indagati ci sono i vicentini Attilio Schneck, in quanto presidente dell'autostrada Brescia-Padova all'epoca dei fatti, Antonio Beltrame (Acciaierie Afv di Vicenza), Fabio Zanotto (Egi Zanotto di Marano), Paolo Cornale (Ac.S.G. Palladio di Vicenza) e Mauro Saccon (R&C di Altavilla Vicentina).

I particolari ne Il Giornale di Vicenza in edicola domani



Nessun commento:

Posta un commento