La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

mercoledì 17 aprile 2013

Giunta Regionale adotta nuovo Ptrc - GdV 16/04/13 - Comunicato Stampa

La Giunta Regionale adotta un nuovo Ptrc dove sembra che "la nuova parola d'ordine sia "trasformare la tutela e la valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio veneto nel nuovo motore di sviluppo"" e, ancora, "Oggi l'area agricola non è più terreno da destinare ad altro utilizzo, ma da salvaguardare e valorizzare. (GdV)
Di seguito, articolo apparso sul Giornale di Vicenza il 16/04/2013 e Comunicato Stampa del Comitato.

Regione, il nuovo Ptrc «Il paesaggio diventa motore di sviluppo»

URBANISTICA: VARATO IL NUOVO PIANO. Adozione in Giunta: via all'iter
L'assessore: «Non daremo regole ma indirizzi» Patto col Ministero: eviterà i “no” dei soprintendenti

16/04/2013
Zoom Foto
Piero Erle INVIATO A VENEZIA «Questo - spiega il vicepresidente Marino Zorzato, assessore all'urbanistica - è il piano regolatore della Regione. Ma non si tratta di imporre vincoli, quanto di dare indirizzi di governo. E la novità più grande è quella che abbiamo annunciato con il Ministero: grazie a un lavoro certosino tra loro e Regione questo maxi- piano avrà valenza paesaggistica». Come dire che non ci sarà più una soprintendenza che arriva alla fine di un lungo iter già seguito da un progetto a calare la scure del suo “no”: l'analisi dei vincoli sarà fatta prima, insieme tra uffici regionali e ministeriali, in modo da arrivare a decisioni condivise ed escludere brutte sorprese. Il passo è storico: la Giunta veneta ha adottato la nuova variante al Ptrc-Piano territoriale regionale di coordinamento, appunto la “magna charta” del teritorio veneto che era stata già varata nel 2009 ma non è mai giunta al voto finale del Consiglio regionale. VIA ALLE CONSULTAZIONI. Ora, con la nuova adozione e l'ormai imminente deposito del piano stesso in Regione e nelle sedi delle Province, scattano i quattro mesi in cui tutti, gli enti ma anche i cittadini, potranno presentare osservazioni e proposte. Sarà ancora la Giunta a dover rispondere a ogni richiesta, poi il “malloppo” del Piano sarà inviato al Consiglio regionale «e in quel momento - precisa Zorzato - scatteranno le norme di salvaguardia». Vale a dire che il Piano non sarà in vigore ma che comunque non potranno più essere fate delibere di enti locali che cozzano contro le sue direttive. PAESAGGIO: DA VINCOLO A RISORSA. Come detto, l'iter portato quasi a compimento nell'era Galan era rimasto incompiuto. Ora si riprova a varare il nuovo Ptrc, tenendo conto però che «il mondo è cambiato - sottolinea Zorzato - e per questo si dà un indirizzo diverso allo sviluppo e alla crescita del Veneto». Si analizzano quindi l'uso del suolo, la biodiversità, l'interazione energia-ambiente, la mobilità, lo sviluppo economico e la crescita sociale-culturale. Ma tradotto in pratica, la nuova parola d'ordine che ispira tutto è “trasformare la tutela e la valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio veneto nel nuovo motore dello sviluppo”. «Fino a qualche anno fa ad esempio il turismo non era considerato come volano per l'economia. E mi riferisco - sottolinea Zorzato - prima di tutto al turismo “ricco”, quello delle persone che vanno a visitare le nostre città d'arte e comprano anche prodotti caratteristici della nostra terra e della nostra industria. Ora è considerato non solo nei fatti, ma anche nella visione del nostro territorio, come l'industria numero uno». IL TERRENO DA RIUTILIZZARE E DA NON CONSUMARE PIÙ. «Invece di dare regole uguali per tutti - specifica Zorzato - abbiamo diviso il Veneto in 14 ambiti territoriali con le loro specificità, indicando le azioni per ciascuno di questi» (tra loro anche gli Altipiani vicentini e il Grappa, l'Alta pianura veneta e quella centrale, i Colli Euganei e i Colli Berici). Ma c'è un'indicazione generale che emerge dal piano stesso: adesso basta alla città che si diffonde senza confini, “mangiando” altro terreno agricolo. «Oggi l'area agricola non è più terreno da destinare ad altro utilizzo, ma da salvaguardare e valorizzare. Viceversa - spiega Zorzato - l'indicazione che diamo è proprio quella di rafforzare il sistema delle città attuali, a cominciare da quella “area metropolitana” che è già disegnata in Veneto e che riguarda i territori di Venezia, Padova e Treviso, ma anche Vicenza. Un'area segnata dall'autostrada A4 e dalla ferrovia, ma che finalmente avrà a suo servizio ai confini nord anche la superstrada Pedemontana». La direttiva quindi sarà da una parte “tutelare-valorizzare il territorio libero e risorse come ambiente, acqua e paesaggio”. E dall'altra parte incentivare con forza il riutilizzo-ridisegno delle aree di città, dai capannoni ai centri storici, per dare un nuovo sviluppo economico che faccia crescere (anche con edilizia verticale, se occorre) la qualità del vivere in Veneto.



Adozione del Ptrc, il commento del comitato
No Valdastico Nord: “Ci aspettiamo ora azioni coerenti con le analisi,
che condividiamo”
Valle dell'Astico, 16 aprile 2013
Condividiamo l'impostazione del Piano territoriale regionale di coordinamento e auspichiamo ora che la classe politica agisca coerentemente con le analisi – dichiara Renzo Priante del Comitato No Valdastico Nord a proposito dell'adozione da parte della giunta regionale del Ptrc -. Finalmente il paesaggio viene considerato una risorsa e non un vincolo: è questa infatti l'unica strada da percorrere per creare davvero un'alternativa al modello di sviluppo seguito fino ad oggi. Le opportunità di sviluppo vanno diversificate affiancando alle industrie tradizionali il turismo colto, l'agricoltura, l'enogastronomia locale e quindi la salvaguardia del territorio. Questo non solo offre oggi opportunità di business, ma innalza anche la qualità della vita dei residenti. Se riusciremo a far convivere le diverse opportunità di sviluppo senza che i fattori competitivi di un settore vadano a danneggiare gli altri, forse il Veneto può conoscere una nuova stagione di sviluppo".
Il suolo del Veneto – continua Priante - è stato in passato divorato da lottizzazioni, centri commerciali e nuovi insediamenti produttivi. Oggi viene intaccato dalla costruzione esagerata di infrastrutture poco funzionali, costose e con un consumo di suolo che non possiamo più permetterci. Se davvero ora le politiche regionali vorranno tutelare il territorio veneto, ci aspettiamo che venga bloccata ogni nuova infrastruttura, come il prolungamento dell'autostrada A31 Valdastico Nord, che prevede costi esorbitanti di realizzazione e di gestione, a fronte di transiti esigui e soprattutto di un'immane devastazione delle Valle dell'Astico. Piuttosto si avviino percorsi di riqualificazione della viabilità esistente, imbrigliando le proposte dei privati che oggi appaiono interessati solo al profitto immediato con spregio del territorio e delle risorse collettive”.

Nessun commento:

Posta un commento