La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

venerdì 18 maggio 2012


Il Giornale di Vicenza:

«Valdastico nord? Ne basta mezza»
INFRASTRUTTURE. Al convegno degli Industriali la Regione incalza il Governo sulle grandi opere. Per l'A31 spunta una nuova possibilità che piacerebbe a Serenissima. L'ipotesi: progettare tutta l'opera poi realizzare il tratto vicentino. Schneck: «È uno scenario» Tav, Confindustria: «Imprese pronte a investire»
18/05/2012

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Vicenza. La Valdastico Nord? Intanto si potrebbe iniziare con “mezza”: progettarla tutta, ma poi realizzare il tratto vicentino. Per ora è un'ipotesi. O qualcosa di più . Una sorta di piano B che starebbe viaggiando sottotraccia al tavolo tecnico-politico tra Regione Veneto e Provincia di Trento. Il piano A (sul tavolo da 40 anni) ovviamente non tramonta: il Veneto insiste perché si possa arrivare al progetto preliminare per l'intero collegamento tra Piovene e Besenello. Così l'Autostrada Brescia-Padova otterrebbe il rinnovo della concessione in scadenza nel 2013. Ma quando poi si dovrà passare dalla carta all'asfalto, si potrebbe partire da un cantiere vicentino. E per il tratto trentino si aprirebbero anche ipotesi alternative: anziché un nulla di fatto, magari un collegamento con la nuova Valsugana.
Sono ipotesi che nessuno sbandiera, ma che sono emerse ieri tra le pieghe delle dichiarazioni a margine del convegno organizzato dalla Sezione costruttori edili di Confindustria Vicenza e ospitato a palazzo Bonin Longare. Al convegno sul tema “Piano città, piccole opere e grandi infrastrutture”, hanno preso parte il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Mario Ciaccia e la Regione, con gli assessori alla Mobilità, Renato Chisso, e al Territorio, Marino Zorzato, oltre che il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti. A fare gli onori di casa Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza, e il leader degli edili Gaetano Marangoni. Da loro e dalla Regione sono partite molte sollecitazioni al Governo sulle grandi opere: la linea ferroviaria ad alta velocità-alta capacità Treviglio-Padova e la Valdastico Nord.
A31, SPINTE E SCENARI. «È fondamentale sbloccare risorse per aprire i cantieri - sottolinea Marangoni - Da un lato si dà fiato all'economia, dall'altro si tiene questa Regione al passo con i suoi standard» di locomotiva del Paese. In quest'ottica, il presidente Zigliotto ribadisce l'importanza di «togliere il tappo a Nord» dell'A31. Per il viceministro è «un'opera che rientra nei corridoi europei» perciò sta spingendo «perché si proceda con il confronto tra le parti senza che si scateni la guerra civile». E Chisso ribadisce: «Non è alternativa alla Valsugana».
Ed ecco che Valdastico Nord e nuova Valsugana potrebbero intrecciare i loro destini. Al tavolo Veneto-Trento sull'A31 si stanno limando gli spigoli. I trentini hanno ribadito la contrarietà all'opera ma, il 25 aprile scorso, il vice-presidente Pacher svelava: «Abbiamo proposto di proseguire l'iter per non nuocere all'Autostrada. Ma anche prospettato di presentarci in Europa e fermare l'opera e dare priorità ad altro...». Quindi è probabile che le parti collaborino per stendere il preliminare, affinché questo ottenga l'ok dal Cipe entro giugno 2013. Così l'Autostrada rispetterebbe la condizione per vedersi rinnovata la concessione fino al 2026. E un problema sarebbe risolto. Dopodiché l'opera potrebbe procedere a stralci. «È uno scenario possibile», afferma Attilio Schneck, presidente della Provincia e di Serenissima. «La Valdastico Nord potrebbe essere realizzata inizialmente fino a Lastebasse, nel Vicentino», ammette. E a Trento? Lì gli scenari potrebbero mutare e il tracciato svoltare a Est, intersecare la nuova Valsugana, se si farà, e, da quella, raggiungere l'A22. «Un altro scenario», ribadisce Schneck. L'assessore veneto Chisso non smentisce.
IL NODO TAV. L'altra grande partita, se non la principale, è quella della Tav. Più che sull'alta velocità, l'accento è sull'alta capacità, per una rapida e meno costosa circolazione delle merci. Confindustria, con Zigliotto, annuncia che sarà svelato a giorni lo studio di fattibilità per il nodo di Vicenza (si veda articolo a lato). Nel contempo spiega che «le imprese venete sono pronte a fare la loro parte in project financing per cofinanziare l'opera». Chisso, ricordando che il Veneto si è spesso arrangiato senza batter cassa a Roma, incalza il viceministro ponendo, stavolta sì, la questione dei finanziamenti. Ma Ciaccia dà risposte solo parziali: «La Tav in quest'area è una priorità del governo in quanto rientra in una logica di sistema ed è uno dei corridoi intermodali europei». Buono a sapersi. Ma i soldi? Non è chiaro chi e quanto debba aprire i cordoni della borsa. «Il promotore dovrà andare al Cipe con un piano finanziario sostenibile - afferma Ciaccia - credo che con i volumi di traffico che si affacciano ciò sia possibile. Poi l'opera andrà in gara. E con le regole da noi introdotte, i tempi saranno brevi». I nodi sono ben chiari, le risposte un po' meno. C'è una speranza: Ciaccia ha annunciato che il Governo ha sbloccato «25 miliardi per le opere in Italia». Nei prossimi giorni spiegherà quali.
Marco Scorzato
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