La Val d'Astico, una delle più belle e verdi vallate vicentine, rischia di essere deturpata dalla realizzazione del tratto autostradale A31 Valdastico Nord. Quest'opera si caratterizza per un costo di realizzazione stimato in oltre DUE MILIARDI DI EURO (49 milioni di €/km) e flussi di traffico modesti, ma provocherebbe danni ambientali gravissimi e difficili da contenere. Viene proposta e sostenuta solo dalla società che gestisce la A4 Brescia-Padova, per interessi di rinnovo concessione. Interessi solo LORO!
In un ottica di progresso sostenibile e di alternative al trasporto su gomma, è doveroso dire NO ALLA VALDASTICO NORD!

martedì 17 aprile 2012

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La denuncia

Passera, conflitto in autostrada

di Paolo Tessadri

Il ministro dello Sviluppo (ex Banca Intesa) e il suo vice Ciaccia (ex Banca Intesa) vogliono costruire a tutti i costi una 'bretella' in Veneto che non serve assolutamente a niente, ma che è sponsorizzata (toh!) da Banca Intesa

(12 aprile 2012)
Corrado Passera Corrado PasseraE' l'autostrada più inutile d'Italia, un monumento allo spreco, eppure un moncherino d'asfalto c'è già che s'insinua dalla pianura verso le montagne. Mozzato in mezzo alle campagne, simbolo dello sperpero di soldi pubblici. Ma la Valdastico Nord vale tanto oro quanto le tonnellate di catrame che dovrebbe riversarsi sui 30 chilometri di collegamento da Vicenza a Trento, dall'autostrada Serenissima a quella del Brennero. Motivo: quell'infrastruttura vale la concessione Anas all'autostrada Brescia-Padova, o Serenissima.

La Serenissima, presieduta dal leghista Attilio Schneck in virtù della presidenza della Provincia di Vicenza, è indebitata per 500 milioni e ha un piano di investimenti di quasi tre miliardi, tra cui la Valdastico Nord e Sud, quest'ultima finita sotto inchiesta dalla DDA di Venezia, la Direzione Distrettuale Antimafia della procura della repubblica lagunare, per un presunto seppellimento abusivo di scarti di fonderia.

Ma il vero punto interrogativo sull'autostrada è il rinnovo nel giugno 2013 della concessione Anas fino al 2026. Per ottenerla, la Serenissima deve necessariamente portare a casa il progetto di costruzione della Valdastico Nord. E qui cominciano i guai, poiché Trento non ne vuole nemmeno sentire. Il governatore del Trentino, Lorenzo Dellai, è stato fin troppo chiaro: non s'ha da fare. Anche perché è in fase di definizione un'opera analoga, la superstrada della Valsugana. L'autostrada sarebbe quindi un inutile doppione. E che la Valdastico Nord sia inutile lo dicono tutti gli studi sui costi e benefici dell'arteria redatti finora dagli esperti. Nessuno di questi è riuscito a comprovarne l'utilità.

E' lo stesso presidente di Serenissima, Attilio Schneck, ad ammettere che "non è un problema di utili". Come dire: finanziariamente quell'infrastruttura è un fallimento.

L'ipotesi autostradale nasce più di 30 anni fa e fu subito soprannominata Pirubi, da tre noti sponsor democristiani: Piccoli, Rumor e Bisaglia. E neppure allora, che la Dc aveva a Nordest più del 50 per cento di voti, riuscirono a costruirla. Nelle ipotesi di Serenissima la Valdastico Nord costerebbe ora circa 2,5 miliardi di euro e sarebbe completata tra 15-20 anni. E il Trentino diverrebbe una camera a gas. Spiega Alberto Pacher, vicepresidente della Provincia di Trento.

"L'autostrada del Brennero è la più frequentata dell'arco alpino con 47 milioni di tonnellate di merci in transito. Quindi la più inquinata e dobbiamo alleggerirla dal passaggio dei Tir. Noi puntiamo sulla ferrovia, anche sul raddoppio. I camion salgono e scendono dai treni al quadrante Europa di Verona e per tutto il tratto del Brennero il trasporto delle merci è su rotaia. Il quadrante Europa è il centro intermodale (scambio gomma rotaia, ndr) più grande d'Europa e se costruissero la Valdastico Nord sarebbe inutile migliorare e potenziare la ferrovia e il quadrante Europa verrebbe ridimensionato".

Ma a sponsorizzare Serenissima e la costruzione della nuova arteria stradale ci pensa il Ministero dello sviluppo, dove il conflitto di interesse da latente è diventato fin troppo evidente. Può, infatti, un viceministro sponsorizzare un'infrastruttura e una società che aveva finanziato quando era manager di banca? Può, eccome, e lo sta facendo, senza tanti imbarazzi. Il viceministro Mario Ciaccia, infatti, da amministratore delegato della Biis, la controllata di Intesa San Paolo per gli investimenti in infrastrutture, aveva deciso con Corrado Passera di entrare con il 33 per cento nell'azionariato dell'autostrada Brescia-Padova, conosciuta come Serenissima.

L'ingresso della banca direttamente nella società autostradale è avvenuto circa due anni fa, "ereditando" le quote dell'imprenditore bresciano Rino Mario Gamberi, finanziato da Intesa e poi costretto a cederle per il dissesto finanziario delle sue società. Intesa Sanpaolo è ora il primo azionista di Serenissima. Inoltre l'istituto di credito milanese, guidato ora da Enrico Cucchiani, sta aumentando sempre più la propria quota in una società però piena di debiti.

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